Recensioni e Note Critiche
Nel gioco
cromatico di pregevole luminosità,
nell'elaborazione delle sue
affascinanti tematiche, la
tradizione non ha perduto il suo
spessore narrativo, la concretezza
disegnativa di luoghi che diventano
da favola.
Mara Ferloni
(marzo 2016)
Pamela Squarta , pittrice
contemporanea attenta
all’intramontabile richiamo
impressionista di paesaggio, figura
e natura morta, esprime in assoluta
libertà d’intenti il proprio stato
d’animo confortato da una lodevole
sensibilità interiore.
La sua è una continua ed incessante
ricerca rivolta all’essenza estetica
della bellezza, con frequenti
accostamenti rivolti alla sacralità
delle immagini “idealizzate”.
Le sue raffinatissime opere,
contraddistinte dalla forza
dirompente della luce, inducono
ammirazione e soprattutto grande
serenità.
Una sconfinata volontà, accomunata
ad una sorprendente creatività, le
conferiscono una solida impostazione
espressiva. Ne derivano opere di
primaria valenza rappresentativa,
che offrono il fascino dell’emozione
diretta.
Aldo Albani (critico d’arte)
Pamela Squarta, valente ed
apprezzata pittrice contemporanea,
attenta al richiamo intimistico
esistenziale dell’anima innamorata
della libertà creativa del pensiero,
è nata in quel di Passignano,
ridente località immersa nel
lussureggiante territorio umbro,
laddove le acque cristalline del
Trasimeno intessono ancora oggi
storie antiche e leggende. E in
codesta “quiete incantata” di sapore
medioevale è rimasta la sua anima
romantica, nobile e generosa,
pronta cioè a privilegiare al di
sopra di tutto, l’essenza salvifica
di una natura madre benigna e
protettrice. Ed è proprio in questa
sublime dimensione culturale che si
sviluppano i suoi radiosi ed
affascinanti assunti pittorici,
intrisi di luce e di colore, tratti
dal vero o derivati da teneri
ricordi celati nel cuore come
immortali sinfonie poetiche.
Da un attenta ed accurata lettura
delle opere dedicate in prevalenza
al paesaggio, ai ritratti ed alle
nature morte, accenneremmo ad una
linea pittorica impressionista con
accesi rimandi macchiaioli (a noi
particolarmente cari), con
l’addizione di un’avvenuta
evoluzione stilistica, ottenuta nel
tempo con la costante ed
instancabile applicazione e con
conseguenti assidui studi, che hanno
delineato assunti di raro splendore,
esorcizzati da avvincenti atmosfere
dominate da un silenzio discreto.
Una vera e propria ancora di
salvezza, che nell’attuale epopea
decadentista, dominata dal più
sfrenato agnosticismo nichilista,
promuove il grande ideale della
bellezza riposta nell’atto d’amore
del dipingere le ancestrali verità
del Creato e delle creature.
-Ritraggo la natura per fissare le
emozioni che la sua luce ci offre
dall’alba al tramonto-, da questa
saggia e profetica affermazione, che
Pamela Squarta ci ha riferito
durante il nostro colloquio, abbiamo
riconosciuto d’istinto, l’autentica
Artista che, attraverso quella sua
innata e preponderante virtù
genetica della pittura, è riuscita a
tradurre i sussurri paesaggistici
che circondano il quotidiano, le
gemme floreali del sottobosco e gli
sguardi incantevoli dei fanciulli in
altrettante ovazioni
coloristiche. Così quei cieli immensi
d’azzurro, quelle affascinanti
lagune, quelle soffuse
impaginazioni vedutiste dei luoghi
amati, prossimi e remoti, e quelle
irruenti marine solcate da
un’atavica energia, lasciano negli
occhi dell’osservatore, uno stupore
inattese che s’incunea nelle valenze
estetiche di un sogno senza tempo,
che si rinvigorisce in ogni
pennellata elargita istantaneamente,
quasi obbedendo ad un impulso
spirituale.
In tal guisa si avvicendano
colorazioni predilette, dai gialli
ai turchesi, dai violetti ai rossi,
alle terre di Siena, facenti parte
di una generosa tavolozza pronta a
lambire l’infinito, e tale realtà ci
offre la consapevolezza oggettiva
dell’esistere al cospetto di Dio.
Saggio critico di Aldo Albani
Arte intensa, di struggente sapore e modello post impressionistico di fondo. Luminosità costante delle tematiche affrontate, in esiti magistrali , di grande finezza e signorilità stilistica; solenne e costante in particolare la profondità della capacità di resa paesaggistica e la misura di visuale prospettica nella creazione dell’opera.
Nota del critico Alfredo Maria Barbagallo (marzo 2015)
Un immaginario soffuso d’amore e
armonia è il filo rosso che ci
conduce nei sentieri dell’anima di
Pamela Squarta, pittrice romana da
sempre affascinata dai segreti di un
mondo naturale vicino ed amico. Con
riservata ed intima familiarità, le
sue tele ci narrano di una madre
natura benevola, pura silente e
generosa, ricca, soleggiata. La
presenza umana si intuisce non
lontana, o si integra in scenari
caldi e rassicuranti.
Da un primo lirismo dagli accenti
impressionisti e romantici, il suo
linguaggio pittorico si fa sempre
più deciso e maturo attraverso
un’intensa ricerca cromatica dai
toni accesi da una passione ardente
e sintetica, fino ad entrare, nei
ritratti e nelle figure, in una
descrizione immediata di attimi di
vita vissuta e non, pregni di
intensa tenerezza.
Francesca D’Ascani (pittrice)
Il mondo che si rivela negli scorci
di natura rigogliosa di vegetazione,
muta di presenze umane e parca di
umili architetture rurali, è il
riferimento d’elezione dei dipinti
di Pamela Squarta. Un po’
pittoresco, un po’ con suggestioni
macchiaiole, il linguaggio della
pittrice romana è costruito con
significative masse di verde, cieli
tersi ed una luce importante che
accarezza tutta la narrazione.
L’ambito cromatico è ristretto
volutamente a una tavolozza di
verdi-gialli –azzurri; i volumi
sono armoniosi ed equilibrati,
l’atmosfera è lirico romantica,
trasmettendo empaticamente la
Squarta sulle sue tele emozioni e
stupori sempre nuovi per panorami
idealizzati dove regna il silenzio e
la luce.
Massimo Duranti
(critico d’arte)
Il ricordo degli Impressionisti si
fonde a quello dei macchiaioli in
una interpretazione personale del
lago caro a Ciaikovskij. La dolce
mano femminile riesce a far cantare
i toni azzurri e verdi di un
paesaggio che sommuove sentimenti di
gioia pacata ma anche di sognante
poesia.
Gianni
Franceschetti (Prof. Giornalista e
critico d’arte)
Canzoni delle campagna e dei laghi,
in quadri paralleli; gialli, blu e
verdi emergono in ritmi meditati,
segni di interiori geometrie.
Giuseppe
Selvaggi ( fu Prof. Giornalista e
critico d’arte)
“Gemme di colore, tessere fantasiose
di un mosaico d’arte costruito con
amore e cura preziosa, note varie di
una sinfonia che gloriosa e
raggiante si effonde in arpeggi
alteri e in sussurri smaniosi…. I
tramonti parlano dalle sue tele un
linguaggio suadente, afferrano il
cuore come dita fatate a far
sognare, al di là delle nuvole, al
di là del tremolio dell’acqua,
paradisi sconosciuti dove la
fantasia non cerca riposo ma,
cullata dalla vaghezza spazia e
s’evolve……Nelle sue tele
l’essenziale rapisce l’anima e il
particolare, ben dosato e proposto
cautamente, culla il cuore con la
dolcezza di un dono di magia”.
Antonietta Tafuri (
poetessa/scrittrice)
Forze naturali abitano le tele di
Pamela Squarta , dirompendo con
enfasi indicibile. Particolari che
diventano narrazione e che
acquisiscono vorticosa energia
definendosi nelle differenti tinte.
Paola Simona
Tesio (critico d’arte)
…..I Suoi paesaggi lontani, come le
sue viste ravvicinate, risvegliano
l’emozione lirica d’un piacere
sottile e sensuale, come d’un
ricordo sedimentato ed inconsapevole
di una natura rassicurante e
imperturbata. Il colore, dispensato
con la sapiente misura di un innata
facoltà creativa, vi domina pieno e
limpido, non tanto come risultante
meccanica di luce esterna ed
indifferente, ma, piuttosto, come
qualità in se, germogliata in
proprio, intrinseca nella
materialità stessa di ogni cosa che
viene rappresentata. Esattamente
come i colori che ciascuno di noi
custodisce nel profondo del suo
essere. Forse proprio per questo i
dipinti di Pamela appagano così
tanto di un’intima, equilibrata
soddisfazione, chi li guarda.
Vincenzo Vatalaro (scrittore)
Ho sempre ritenuto che fosse davvero
difficile il compito di spiegare ad
altri i sentimenti indotti da
un’opera d’arte. E questo ancora di
più quando una creazione riesce nel
suo scopo di legare il messaggio
emotivo del suo autore con il mondo
così vasto e complesso delle nostre
sensazioni più intime e personali.
Come parlare quindi della pittura di
Pamela Squarta?
Posso soltanto dire che mi piace;
posso ancora aggiungere che mi piace
per la sua eleganza ed armonia; il
colore, dispensato con la sapiente
misura di una innata facoltà
creativa, vi domina pieno e limpido,
non tanto come risultante meccanica
di luce esterna ed indifferente, ma
piuttosto come qualità in se ,
germogliata in proprio, intrinseca
nella materialità stessa di ogni
cosa che viene rappresentata.
Esattamente come i colori che
ciascuno di noi custodisce nel
profondo del suo essere. Lo stato
d’animo che la sua pittura
trasmette, e di cui ci si appropria
subito, come di un contagio
inevitabile ma piacevole, è pacato,
discreto, perfettamente equilibrato
ed in pace con ogni più desiderabile
aspetto della natura. E’
un’emozione lirica di un piacere
sottile e sensuale, come di un
ricordo sedimentato e inconsapevole
di una natura rassicurante e
imperturbata. Nei quadri di Pamela
non c’è posto per passioni estreme o
esaltazioni esagerate, ma soltanto
per una poetica misura e bellezza
alla quale viene comandato di essere
soprattutto umanamente accessibile,
niente di più.
Vincenzo Vatalaro (scrittore)
BIBLIOGRAFIA |
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2011 |
Il Messaggero Umbria |
29 luglio 2012 |
Il corriere dell’Umbria |
22 luglio 2012 |
La Nazione Perugia |
29 luglio 2012 |
Verso un mondo migliore
Associazione Arte e Cultura |
maggio 2013 |
"IL BOATO" di Claudio Bellaveglia |
2014 |
Rassegna stampa internazionale: Art
Fair DUBAY |
2015 |
Catalogo Art Fair (Art contest) |
dicembre 2015 |
Catalogo Veritas Feminae (Artcontest) |
marzo 2016 |
Il Rubino (il giornale del cittadino
Assisi) Anno XXIX n 11 |
novembre 2016 |
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